Meditazione "Let go"

 

 

Fin dalla primavera dell’88 Osho, alla fine del discorso in Buddha Hall, inizia a guidare direttamente i suoi discepoli in una meditazione che rende loro possibile sperimentare quello stato di non mente che è l’essenza stessa dello Zen. Questa meditazione – chiamata “let go” – sarà presente alla fine di tutti i discorsi dedicati allo Zen.

 

 

Adesso, Nivedano...

Ricorda, il primo passo della meditazione è il gibberish. Gibberish vuol dire buttare fuori la pazzia, che è già lì presente nella mente, accumulata per secoli. Mentre la starai eliminando, ti sentirai sempre più leggero, più vivo… in soli due minuti.

Ti sorprenderà, quando Nivedano darà il secondo colpo di tamburo, come entrerai in uno spazio di silenzio: ci entrerai con una profondità che non hai mai conosciuto prima. Quei due minuti hanno ripulito la via.

In realtà in quei due minuti, se ci metti tutta la tua energia… più energia ci metti, più il silenzio che segue sarà profondo. Quindi non essere parziale, non essere un borghese. Sii un pazzo di prima categoria!

Per quanto riguarda le donne non c’è problema, loro battono qualunque uomo tutti i giorni.

 

Nivedano…


* * * * *

 

Rimani in silenzio, senza muoverti… vai dentro.

Chiudi gli occhi.

Questo sei tu.

Non è possibile farne un ritratto.

È solo puro silenzio, uno spazio senza confini.

Questo è tutto ciò che hai portato al mondo, e questo è ciò che porterai con te quando morirai.

Nella nascita, nella vita, nella morte, questa è l’unica cosa che rimane costantemente la stessa.

La verità suprema, inalterabile.

Per poterla sperimentare vai sempre più in profondità.

Abbandona ogni paura, perché è il tuo stesso essere, il tuo territorio sconosciuto che stai per esplorare.

La paura non c’entra.

Nessun altro può entrare qui, è un luogo assolutamente privato.

Quindi spiega intrepido le tue ali, il firmamento intero ti appartiene.

 

Per arrivare ad un contrasto più profondo…

 

Nivedano…


* * * * *

 

Tutti muoiano. Lascia che il corpo muoia, non importa se continua a respirare.

Tu vai dentro.

Questa parolina ‘dentro’ comprende l’intera filosofia di tutti i buddha.

Essere centrati in questa essenza, vuol dire essere di diritto un buddha. Tutto ciò che tocchi con consapevolezza si trasformerà nell’oro più prezioso.

Da questa sorgente, il cuculo canta.

Da questa sorgente, il bambù cresce.

Da questa sorgente, il loto fiorisce.

È un’unica sorgente, anche se si esprime in milioni di modi diversi. Non è me, non è te: semplicemente è.

Questo essere è Zen.

 

Nivedano…


* * * * *

 

Torna indietro.

Siedi come un buddha per alcuni secondi; sei solo una statua silenziosa, che ricorda l’esperienza del suo essere interiore.

Se riesci ad afferrare il filo, puoi seguirlo qualunque cosa tu faccia… è sempre là dentro di te, come il battito del cuore o come il respiro. Questo silenzio deve diventare totale.

Allora diventa la tua musica e la tua danza.

Allora non vedi più l’immagine riflessa della luna, ma sei diventato tu stesso la luna.

Non c’è estasi più grande di questa e non c’è benedizione più grande di quella di essere un buddha.

 

Okay, Maneesha?

Sì, Osho.

Possiamo celebrare i buddha?

Sì!

 

(Osho, tratto da: Zen: The solitary bird, Cuckoo in the forest #13)

 


“La non-mente è intelligenza. La mente parla solo a vanvera, è priva di intelligenza. Io ti chiedo di staccarti dalla mente e da tutta la sua attività in modo che rimani in gioco solo tu, puro, ripulito, trasparente, percettivo.”

 

(Osho, tratto da: This. This. A Thousand Times This. The very essence of Zen.)

 

 


Osho No-Mind – istruzioni

 

1. Gibberish

In piedi o seduto, chiudi gli occhi e inizia a emettere suoni senza senso: gibberish. Qualunque suono va bene, semplicemente non usare una lingua che conosci. Esprimi tutto quello che hai bisogno di buttar fuori, lascia uscire la follia che è dentro di te. Diventa pazzo in modo consapevole. La mente pensa in termini linguistici. Il gibberish ti aiuta a spezzare questo schema di perenne verbalizzazione. Senza repressione, il gibberish ti permette di buttar fuori tutti i tuoi pensieri. Tutto è permesso: canta, piangi, urla, borbotta, parla.

Permetti al corpo di muoversi liberamente: salta, sdraiati, cammina avanti e indietro, scalcia, e così via. Non lasciare che si verifichino momenti di vuoto. Se non sai che suoni usare, prova a ripetere la la la la, ma non rimanere in silenzio.

 

2. Il Testimone

Dopo il gibberish, rimani seduto e immobile, silenzioso e rilassato, e raccogli interiormente tutta l’energia. Lascia che i pensieri si allontanino sempre di più, e lasciati cadere nel silenzio profondo e nella quiete del tuo centro. Puoi sederti per terra o usare una sedia, cerca di tenere testa e schiena erette, rilassa il corpo e chiudi gli occhi, respirando in modo naturale. Sii totalmente nel momento presente, attento e consapevole. Sei un osservatore in cima a un’altura, testimone di tutto ciò che passa sotto di lui. I pensieri cercheranno di distrarti proiettandosi nel futuro o ricordando il passato, non lasciarti intrappolare. Rimani nel presente e osserva. La meditazione è questo processo di osservazione, l’oggetto osservato non ha alcuna importanza.

Ricorda di non identificarti o perderti in ciò che si presenta alla tua attenzione: pensieri, sentimenti, sensazioni corporee, giudizi.

 

3. Let go

Dopo la fase del testimone, lasciati cadere a terra, senza sforzo né controllo alcuno. Sdraiato, rimani un testimone, consapevole di non essere né il corpo né la mente, ma qualcosa di separato da entrambi. Scendendo in profondità dentro te stesso, alla fine giungerai al tuo centro.