La vita è insicurezza

 

Amato Osho,

per dodici anni, come sannyasin, ho corso molti rischi vivendo oltre i miei limiti economici, e non solo sono riuscito a sopravvivere, ma a volte ho goduto di immense benedizioni. Ma da quando mi sono reinserito nella società cinese e ho raggiunto l’età di quarantotto anni, sono diventato più sensibile e mi preoccupo dell’assistenza sanitaria e di un reddito sicuro. Cosa significa per un sannyasin vivere nella società senza cadere nelle trappole mentali della stabilità, e senza smettere di sviluppare la sua fiducia nell’esistenza, che è possibile in uno stato di insicurezza?

 

Anand Alok, la prima cosa che un sannyasin deve capire è che la vita è priva di sicurezze. Non esiste assicurazione contro la morte e quanto più tu provi a rendere la vita sicura e certa, tanto più essa diventa arida e deserta.

Insicurezza significa che tu sei costretto a rimanere vigile e all’erta nei confronti dei pericoli. La vita è sempre sulla lama di un rasoio. L’idea di essere salvo e al sicuro è molto pericolosa perché così credi di non aver bisogno di essere vigile e consapevole. E difatti cerchi sicurezze e certezze proprio per evitare di essere vigile e consapevole.

Vivi momento per momento con tutte le insicurezze che questo comporta. Gli alberi stanno vivendo, gli uccelli stanno vivendo, gli animali stanno vivendo e non sanno nulla delle assicurazioni, non sanno nulla della sicurezza. Non sono preoccupati – per questo possono cantare ogni mattina.

Tu non riesci a cantare ogni mattina, forse non hai mai cantato in nessuna mattina della tua vita. Le tue notti sono popolate di incubi pieni delle insicurezze, dei pericoli e dei rischi che si nascondono intorno a te. La mattina il tuo risveglio non è gioioso: ti svegli per fronteggiare ancora una volta le insicurezze della giornata, i problemi, le ansie.

Ma ascolta gli uccelli. Non credo che abbiano perso qualche cosa. Guarda come sono belli e agili i cervi, guarda gli alberi – che qualcuno può tagliare in ogni momento. Ma non se ne preoccupano, sono interessati a questo momento, non al prossimo: questo momento pieno di gioia e di pace. Tutto è verde e pieno di vita.

Posso capire che per te gli anni passano. E con l’aumentare degli anni... egli sta dicendo in altre parole che la morte è più vicina. Ma non c’è modo di evitarla. E se non puoi evitarla – nessuno è mai stato capace di evitare la morte – allora è meglio non farla diventare una preoccupazione. Ciò che deve accadere accadrà, perché distruggere il momento presente per qualche cosa che non è ancora successo? Prima lascia che accada, a quel punto potrai preoccupartene. Prima lascia che la morte arrivi e poi nella tomba avrai tutta l’eternità per preoccuparti di essere al sicuro, di essere salvo – non avrai niente altro da fare.

Per ventiquattro ore al giorno potrai agitarti e rotolarti nella tua tomba, che è totalmente privata e sicura – non puoi neppure uscirne. Nessuno potrà mai entrare nella tua tomba. Soltanto chi è nella tomba è assolutamente sicuro che non può accadergli nulla.

Quanto più sei vivo, tanto più amerai l’insicurezza, e l’insicurezza renderà la tua intelligenza più sottile, la tua prontezza sarà più acuta e la tua consapevolezza crescerà continuamente. Hai notato che i grandi scienziati non vengono mai da famiglie ricche? E neppure i grandi poeti ed i grandi mistici. Le famiglie ricche non hanno dato un grande contributo allo sviluppo della consapevolezza o alla crescita dell’uomo. Per quale ragione? Perché un bambino che è nato con la camicia non ha bisogno di preoccuparsi di sicurezze e certezze, ogni cosa per lui è sicura e certa. Naturalmente questo intorpidisce la sua mente. Egli non ha stimoli, è continuamente circondato da domestici, da tutte le comodità, dal lusso. Non ha tempo per pensare anche alla consapevolezza, ad essere vigile, alla meditazione.

Avete visto, sino a pochi anni fa il mondo era pieno di hippies ed essi erano tutti sotto i trent’anni. E stava accadendo uno strano fenomeno di cui nessuno si è accorto… superati i trent’anni, dove sono finiti questi hippies? Superati i trent’anni hanno cominciato a preoccuparsi della loro tranquillità e della loro sicurezza. Metà della vita se ne è andata ed essi ne hanno gioito al massimo, ma ora la vecchiaia incombe e con essa la morte. Hanno dimenticato completamente la filosofia hippie – improvvisamente sono diventati dei conformisti!

Ho saputo dai miei amici che quegli hippies che non si facevano il bagno, che non si radevano la barba, che non si lavavano i denti, sono ora diventati perfettamente normali – fanno il bagno, si radono, si lavano i denti. Ora lavorano e molto, negli uffici, nelle fabbriche, ma sono tutti scomparsi.

Appena una persona comincia ad invecchiare lo spettro della morte comincia ad incombere su di lei e questo crea la paura. Ma per quanto riguarda un sannyasin, la morte non esiste.

Se hai paura della morte e dei pericoli che puoi trovarti di fronte, ciò significa che la tua meditazione non è profonda, che per te la meditazione non è stata altro che una moda. É il momento per te di entrare nella meditazione in maniera autentica e sincera, perché quello è il solo spazio in cui puoi essere libero da tutte le paure: della morte, della vecchiaia, delle malattie.

Ti rende consapevole del fatto che tu non sei il corpo, che tu non sei la mente e che non sei soltanto questa vita, ma sei la vita eterna. La morte è arrivata molte volte e tu sei ancora vivo, e la morte arriverà molte volte ancora e tu sarai ancora vivo.

La conclusione finale della meditazione è quella di vivere il momento nella sua totalità, intensamente, con gioia, perché non c’è nulla di cui avere paura – perché anche la morte è una finzione. Non c’è bisogno né di certezze né di sicurezze.

Vivi nel momento e abbi fiducia nell’intera esistenza, così come gli uccelli ne hanno fiducia e gli alberi ne hanno fiducia. Non separarti dall’esistenza, diventane parte e l’esistenza si prenderà cura di te. Si sta già prendendo cura di te


Un commesso viaggiatore, avendo completato il suo giro di affari in anticipo, mandò un telegramma a sua moglie, “Torno a casa venerdì.” Arrivato a casa trovò sua moglie a letto con un altro uomo. Essendo una persona non violenta, andò a lamentarsi dal suocero, che gli rispose: “Sono sicuro che c’è una spiegazione.”

Il giorno dopo il suocero era tutto sorridente, “C’era una spiegazione: non ha ricevuto il tuo telegramma.”


Questo è come funziona la mente. Se guardi in profondità, la mente è semplicemente stupida – tutte le menti. E la mente continua a creare ogni genere di preoccupazioni e turbamenti. Il mio messaggio è che tu non sei la mente. Non hai bisogno di nessuna spiegazione, hai bisogno di un’esperienza e quell’esperienza manca e da qui è sorto il problema.

Non devi dare troppa importanza a ciò che la mente dice e pensa, ridi di queste cose. Evita i giochi della mente. Vai oltre la mente, dove domina il silenzio – nessuna incertezza, nessun dubbio sulle sicurezze. In quel silenzio tutto è sicuro. Tu sei parte di questa esistenza.

Il tuo preoccuparti è come se una foglia su un albero si preoccupasse di essere al sicuro. L’albero si prende cura di tutto, fornendo la linfa necessaria alla foglia, portando l’acqua contro la forza di gravità – molto in alto, fino a trenta, magari sessanta metri – ma la foglia non è preoccupata.

La foglia non è consapevole di essere soltanto una parte di un grande albero. Tu sei parte di una vasta esistenza. Non pensare a te stesso come separato da essa e subito tutti i problemi scompariranno. In altre parole, il tuo ego è il solo problema. “Io sono” – questo è l’unico problema. “Io non sono, l’esistenza è.” Questa è l’unica soluzione.

L’insicurezza è il tessuto stesso della vita. Se non comprendi l’insicurezza non potrai mai comprendere la vita. Cambieranno le stagioni, cambierà il clima, arriverà l’autunno, arriverà la primavera. Tutto cambierà, niente si può dare per certo: questa è l’insicurezza. Tu vuoi che tutto sia sicuro, permanente. Ma non hai mai pensato a cosa succederebbe se tutto fosse sempre lo stesso? Mangi lo stesso cibo ogni giorno, dici le stesse cose ogni giorno, e ogni giorno ascolti le stesse cose. E non c’è neppure la morte a demolire questa vita tragica – vivi in un incubo.

L’insicurezza mantiene le persone fresche, vitali, avventurose – consapevoli che le cose possono essere cambiate. E anche se loro non le cambiano, le cose stanno comunque cambiando di per sé. E così sussiste una grande opportunità di cambiamenti, di trasformazione.

Un antico motto dice: “L’uomo autentico è colui che l’aurora non troverà mai nello stesso luogo dove lo ha lasciato il tramonto”; oppure “il tramonto non lo troverà mai dove lo ha lasciato l’aurora”. È sempre in movimento, è un fluire... non è acqua sporca, stagnante che non va da nessuna parte. Ma a causa del nostro condizionamento mentale l’insicurezza ci spaventa, e per tutta la vita cerchiamo la sicurezza.

Economicamente, politicamente, religiosamente – vogliamo essere sicuri da tutti i punti di vista. Ma la sicurezza vuol dire morte, una morte vivente. Vuol dire che il domani sarà semplicemente una ripetizione di oggi, e oggi è una ripetizioni di ieri.

Stai vivendo davvero? C’è danza nella tua vita? Stai muovendoti, crescendo, rischiando, stai accettando le sfide di un cammino rischioso? Nell’affrontare il pericolo, nell’accettare che qualsiasi cosa può accadere in qualsiasi momento, la vita arriva al suo meglio, arriva alla sua pienezza.

Milioni di persone hanno deciso di vivere al minimo del loro potenziale, semplicemente perché hanno paura che dal punto più alto si possa cadere. È più sicuro vivere al minimo, più sicuro ancora è non vivere affatto. Nessuno ha mai sentito dire che i morti abbiano problemi di insicurezza, il cimitero è il luogo più sicuro. Una volta entrati nella tomba, non c’è più paura: persino la morte non ti può fare niente – non si può morire due volte.

L’uomo ha tentato di creare dei supporti artificiali per la propria sicurezza, sapendo perfettamente che tutti prima o poi cadono, ma continua ad ammassare sostegni intorno a lui. Al tempo non importa nulla dei tuoi puntelli, e neppure alla vita. In effetti è generoso da parte della natura far sì che, qualsiasi cosa tu faccia, tu rimanga nell’insicurezza. Puoi avere un conto in banca, puoi avere una grossa assicurazione – ma queste sono solo strategie per ingannare te stesso. Che assicurazione può esserci contro la morte? Che assicurazione può esserci contro i continui cambiamenti nel flusso della vita? Tu non puoi ostacolarli: è un fiume di montagna che scorre velocemente, che dalle alte cime precipita in cascate, irrompe nelle valli andando verso l’oceano dove sparirà completamente.

Il concetto di sicurezza ha creato l’idea di accumulare conoscenze – niente deve rimanere sconosciuto perché ciò che non si conosce provoca insicurezza. Se lo conosci, ti sentirai al sicuro. La situazione degli intellettuali è questa: hanno paura del fatto che non conoscono; e continuano ad accumulare scritti su ciò che non conoscono, ricoprendolo di spessi strati di erudizione. Ma sotto sotto rimangono ignoranti come sempre.

L’ignoranza non deve essere nascosta, ma trasformata in innocenza. L’ignoranza non deve diventare erudizione, l’ignoranza deve trasformarsi in un sentimento per il mistero e il miracolo dell’esistenza. Così fa l’uomo religioso. Un erudito non è mai religioso, non può esserlo.

Il tuo approccio è interamente e categoricamente sbagliato – non in parte ma in assoluto. Devi capire che questa insicurezza è la vera natura della vita: non c’è modo di evitarla. E quando non c’è modo di evitarla, l’unica cosa saggia da fare è gioirne. Se è impossibile evitarla, perché continuare a battere la testa contro il muro? È meglio trasformare l’insicurezza in una bella esperienza. E in effetti lo è.

L’uomo non potrà mai svelare tutti i segreti dell’esistenza, non potrà mai divenire onnisciente. Il desiderio di conoscere proprio tutto è pericoloso. Con l’ambizione di divenire onnisciente, così da sentirti sicuro, avrai la possibilità di raccogliere molte informazioni. E raccogliendo tutte queste informazioni ti dimenticherai una cosa basilare: che tu devi andare attraverso una trasformazione. L’informazione non ti aiuterà per niente – tu hai bisogno di una trasformazione della coscienza. Mediante la trasformazione, non diventerai un erudito, diventerai sempre di più un mistico.

Qualsiasi cosa nella vita, dal più piccolo filo d’erba alla stella più grande… tutto è mistero. Né le sacre scritture, né la scienza hanno delle risposte, sebbene entrambe continuano a proporre delle ipotesi. La religione tenta di proporre l’ipotesi di dio: un dio che ha creato il mondo. E ciò è davvero meschino: non ha nulla a che fare con una autentica religiosità, è solo un tentativo infantile di dimenticare la vostra ignoranza. Nessuno è stato testimone di un qualsiasi dio che creasse il mondo. Ma il fatto essenziale è che nessuno ne avrebbe potuto essere testimone; altrimenti il mondo avrebbe dovuto già esistere, e qualcuno essere lì a guardare.

La stupidità dell’uomo non ha limiti. Il cristianesimo crede che dio ha creato il mondo… ma questo non basta: devono sapere anche esattamente l’anno, la data, il giorno – nei dettagli. E hanno calcolato – nessuno sa come sono arrivati a questo risultato perché non hanno rivelato il procedimento – che dio creò il mondo quattromila e quattro anni prima della nascita di Cristo. Doveva ovviamente essere un lunedì, e il primo di gennaio, perché dio non avrebbe potuto cominciare a metà anno. In effetti, in qualsiasi luogo e in qualsiasi tempo dio iniziò, quel giorno era il primo di gennaio. Come poteva esistere il calendario senza il mondo?

E sorgono così mille e una domanda alle quali i teologi cristiani non hanno mai saputo rispondere – nemmeno a una singola domanda. Cosa stava facendo dio durante l’eternità? E perché ha creato il mondo esattamente quattromila e quattro anni prima della nascita di Cristo? Quale è il segreto di tutto ciò? E dove era questo tizio prima? E la domanda basilare: da dove è arrivato dio? Chi lo ha fabbricato? È forse un orfano senza padre né madre? Chi lo ha creato? Se il mondo ha bisogno di un creatore, allora anche dio ha bisogno di un creatore.

Questa ipotesi può soddisfare solo menti molto infantili, e può dare loro sicurezza.

Ma milioni di persone si trovano in questa situazione. Nei templi, nelle sinagoghe, nelle moschee, pregano un dio che è solamente un’ipotesi.

Un giorno quando l’uomo diventerà finalmente adulto, diventerà maturo, riderà di noi: “Di che razza di idioti è piena la storia? Hanno creato un’ipotesi, e poi adorano questa ipotesi.”

Ma neppure la scienza si trova in una posizione migliore. Dicono che a un certo punto, circa quattro miliardi di anni fa... I loro calcoli hanno poco fondamento, proprio come i calcoli dei religiosi: quattromila e quattro anni, o quattro milioni di anni, o quattro miliardi di anni. Come arrivano a questa conclusione? Si tratta di qualcosa di bizzarro. Dicono che il mondo ha iniziato a esistere in seguito a un’esplosione.

Esplosione di cosa? Hanno rimosso dio: adesso invece di dio si parla di un’esplosione di energia. Ma ciò significa che c’era energia. E se l’energia c’era già, c’era anche l’esistenza. Gautama il Buddha sembra essere più logico, Mahavira sembra essere più logico, loro non credono affatto alla creazione. Hanno negato semplicemente che il mondo sia mai stato creato: c’è sempre stato e sempre ci sarà, continuando a mutare di forma.

Non si può concepire un momento in cui il mondo non esisteva, per poi improvvisamente apparire. Questa non è logica, è magia: un momento prima non c’era niente, un momento dopo c’è tutto. Dio sembra essere un mago ambulante! Ma il mago ambulante conosce solo trucchi. Estrae uccelli da un cappello vuoto – ma gli uccelli erano già nascosti in quel cappello. Il mago crea l’illusione che il cappello sia vuoto, ma non è vuoto.

Gautama il Buddha ha ragione quando dice: “La stessa idea della creazione del mondo è stupida. Porta a domande e risposte ancora più stupide.” Ma perché la gente vuol sapere queste cose? Ci deve essere un bisogno psicologico, un bisogno psicologico universale. E il bisogno è questo: sicurezza. Sapendo che dio ha creato il mondo, ti senti a tuo agio.

Strano, il fatto che dio avesse o no creato il mondo non mi ha mai fatto sentire a disagio. Cosa me ne importa? In che modo sono collegato a quella creazione? In un modo o in un altro cosa cambia per me? Sono pronto ad accettare il mistero della vita, e sono contro tutte quelle persone – teologi o ricercatori scientifici – che cercano di consolare la tua paura dell’insicurezza con delle mere ipotesi.

Anche la scienza non ha potuto resistere a questa tentazione e accettare il mistero dell’esistenza, accettare che non sappiamo. Nemmeno uno scienziato è stato così coraggioso da affermare: “Noi non sappiamo.” In effetti, l’intero progetto della scienza è tale per cui piano piano l’area della conoscenza si estende, e l’area dell’ignoranza si riduce. Logicamente si può dedurre che un giorno, in un futuro – ci potrebbero volere milioni di anni – verrà il momento in cui si saprà tutto. La conoscenza coprirà l’intera area, e non ci sarà più nulla da conoscere.

Io non sono d’accordo. Sì, la scienza cerca di conoscere le cose, ma non è in grado di svelarne il mistero. Lo spinge semplicemente un po’ più indietro. Dividi l’atomo – presto saremo in grado di dividere anche lo spermatozoo – e poi affermi che l’atomo è formato da elettroni, protoni e neutroni, e pensi che hai incrementato la conoscenza. Ma il problema è: perché l’atomo consiste di elettroni, protoni e neutroni? Il mistero non è stato svelato, è divenuto solo più sottile.

L’uomo che comprende veramente le cose, accetta che l’insicurezza è la struttura reale della vita, e che la non conoscenza è la controparte del miracolo e del mistero dell’esistenza. Noi non sappiamo nulla. Tutto ciò che sappiamo è molto superficiale, e tutto quello che sappiamo continua a cambiare. Ciò che sembra sicuro oggi diverrà incerto domani.

Avete notato che da almeno trent’anni, non si scrivono più grossi trattati scientifici? Solo pubblicazioni periodiche, mensili... E la gente non scrive grossi libri per la semplice ragione che nel momento in cui il libro è finito, è già superato – così grande è l’esplosione della ricerca. Tutte le vecchie teorie si rivelano false e ne vengono proposte di nuove. Tutte le vecchie ipotesi muoiono; e le nuove teorie sorgono, come l’araba fenice, dalle ceneri delle vecchie ipotesi. E si sa benissimo che anche le nuove teorie crolleranno.

Se stai tentando di scrivere una storia completa di qualcosa di scientifico, stai perdendo il tuo tempo. Così gli scienziati scrivono solo articoli su riviste, non libri, leggono riviste, non libri, perché un articolo può essere presentato in ambito universitario o in una conferenza scientifica. Almeno è vero e reale in quel momento; nessuno sa cosa succederà domani. La gente pensava che Albert Einstein non sarebbe stato mai confutato. È stato confutato, non è più il gigante che era prima. Pezzo per pezzo, tutta la sua teoria della relatività è stata criticata, e vengono alla luce proposte migliori.

Ma ora una cosa è certa – perché trecento anni di esperienza scientifica evidenziano che nessuna teoria può diventare una conoscenza autentica ma è solo un’ipotesi temporanea. Qualcuno con un’intelligenza migliore, con più acume logico, con una superiore attrezzatura scientifica, potrà demolirla.

Charles Darwin non è più accettato. L’idea che l’uomo provenga dalle scimmie è molto affascinante: guardando l’uomo, non c’è poi bisogno di alcuna dimostrazione! Ma per milioni di anni, le scimmie sono rimaste scimmie e l’uomo è rimasto uomo. E neppure vediamo uomini regredire allo stato di scimmie – salire sugli alberi, saltando, con la coda che cresce – o una scimmia moderna scendere dagli alberi eretta sui suoi piedi, e dichiarare: “Ora sono un essere umano.”

Non c’è mai stata una sola teoria scientifica che rimanesse valida nel tempo. Tutto è cambiato, e tutto sta cambiando così velocemente che forse in futuro non sarà più possibile nemmeno leggere le riviste.

La scienza è uno sforzo per svelare i misteri dell’esistenza in ogni possibile modo. Questo è quello che faceva la teologia prima dell’avvento della scienza – tentava di svelare tutti i misteri. Dio ha creato il mondo – questo ti da sicurezza. Dio è il padre – questo ti fa sentire sicuro: lui si prenderà cura di te. Qualsiasi cosa è decisa da dio: naturalmente non può essere contro di te. Dio è compassionevole... I maomettani dicono: “Rahman Rahim” – egli è la bontà stessa e la compassione stessa. Allora non preoccuparti affatto. Anche tutti i tuoi peccati saranno dimenticati perché la sua compassione è molto più grande della tua capacità di peccare.

Quanti peccati puoi commettere in una breve vita di settant’anni? Se continui a peccare notte e giorno, senza neppure fermarti per mangiare, dormire o lavarti – solo peccati, peccati e peccati, di continuo, dalla culla alla tomba – anche in questo caso non riuscirai a commettere un numero di peccati che trascenda la compassione di dio. Sarai perdonato – ciò dà un meraviglioso senso di sicurezza, un grande conforto – solo credendo in dio.

La teologia ha cercato di creare la salvezza, il conforto, la sicurezza. E ora la scienza ha preso il posto della teologia, su basi più pragmatiche, e sta facendo proprio la stessa cosa: ti dà l’idea falsa che tu non devi preoccuparti, che la scienza sa tutto. La stessa parola “scienza” significa conoscenza. Ma voglio insistere ancora e ancora con te: né la teologia, né la scienza, né la filosofia – nessuno sforzo umano può svelare il mistero dell’esistenza. Devi avere il coraggio di accettare l’insicurezza – non solo accettarla, ma gioirne. Devi esultare nel mistero dell’esistenza: gli alberi, gli oceani, le montagne, le stelle… ogni cosa è misteriosa. Dal più piccolo sasso sulla spiaggia all’intero universo, ogni cosa è così misteriosa che non c’è possibilità di conoscerla.

La non conoscenza è la via del mistico. L’insicurezza è la via del mistico ed essere un sannyasin significa essere sul sentiero del mistico.

Se cambi il tuo punto di vista – che è sbagliato, completamente sbagliato – allora il problema sparirà interamente. Allora sarai in grado di danzare nella totale insicurezza; sarai in grado di amare e ridere nella totale non conoscenza.

La non conoscenza non è altro che innocenza, e l’insicurezza non è altro che un panorama che cambia di continuo, sempre nuovo e fresco. Niente si ripete nell’esistenza.

Tu devi aver già sentito il detto: “La storia si ripete”. La storia si ripete perché la storia è stata fatta fino a oggi da esseri umani stupidi. L’esistenza è così intelligente da non ripetersi mai: non creerà mai più un altro Gesù, un altro Mosè, un altro Buddha, un altro Chuang Tzu, un altro Socrate. Semplicemente non si ripete mai. La sua creatività è incredibile, inesauribile.

Sì, la storia dell’uomo ripete se stessa, perché la vita dell’uomo è una routine. Se guardi la tua vita... continui a ripeterti. Piano, piano questa ripetizione diventa la tua efficienza: diventi quasi un robot, perdi consapevolezza. La consapevolezza è necessaria solo se ogni momento è nuovo, perché devi rispondere a una nuova situazione. Le vecchie risposte non funzionano più.

È un grande dono del cielo che la vita sia insicura, che l’amore sia insicuro, che fondamentalmente ci troviamo in uno stato di non conoscenza. Possiamo essere come bambini, rincorrere le farfalle, raccogliere conchiglie sulla spiaggia – o sassi colorati, quasi fossero diamanti – e gioire di tutte queste cose.

Quando ero bambino, volevo sempre il più gran numero di tasche possibili. Il mio sarto si arrabbiava sempre con me: “Mi rovini la reputazione: nessuno vorrà più venire da me per farsi fare questo tipo di vestiti. Che razza di vestito è questo? – con quattro tasche davanti, tasche perfino nelle maniche, tasche nei pantaloni... e non solo due, quattro.” Diceva: “Sei pazzo, e mi stai facendo impazzire.” Io rispondevo: “Ho bisogno di tutte queste tasche perché mi piace andare al fiume, e trovo così tante belle pietre che tutte queste tasche non sono mai abbastanza.” Quando tornavo a casa, sempre con le tasche piene di pietre, e volevo persino andare a dormire con tutte quelle pietre, si arrabbiavano tutti : “Cosa credi che siano tutte queste pietre? Diamanti, smeraldi, rubini?”. Dicevo: “Non lo so, ma sono immensamente belle; e non posso dormire senza il mio tesoro, mi sento bene se sono vicine a me.”

La non conoscenza non è altro che innocenza. Queste due cose sono davvero fondamentali: l’insicurezza e la non conoscenza. Se riesci ad accettarle, in maniera rilassata, sei un saggio, sei un risvegliato. Se vai contro queste due cose, stai andando contro la tua propria illuminazione, contro la tua possibilità di diventare saggio.