Oltre la mente, la Luce della Verità

 

 

Perché le persone hanno mentalità così diverse?


 

La mentalità viene dall’esterno: dall’educazione, dai condizionamenti, dall’ambiente. E non ci sono due persone con una situazione simile, neppure i gemelli hanno la stessa struttura mentale. Non è possibile mettere due persone nella stessa, identica situazione. Persino i gemelli nati nella stessa famiglia avranno un condizionamento diverso, perché la madre può amare un figlio più dell’altro; e il padre può fare l’opposto. Uno può essere debole e l’altro no, uno può essere malaticcio e l’altro sano. Uno può amare i giochi all’aperto perché è sano e l’altro li eviterà perché si ammala. Il bambino che esce a giocare avrà amici diversi rispetto a quello che non gioca mai – lui avrà altri amici, e così via. Un piccolo dettaglio può creare una differenza che non riesci a immaginare. Quindi non esistono due persone che sono state allevate nello stesso modo; da qui le differenze di mentalità. Se le tremila persone presenti qui sono tutte in uno stato di meditazione – in totale silenzio, senza pensieri – allora non ci sono tremila persone, perché tremila zero sommati diventano un solo zero. Tremila zero non sono tremila – sono un solo zero. È quello che sta accadendo qui, a poco a poco. Più diventate meditativi, più le differenze vanno scomparendo. Musulmani e cristiani, indù e giainisti, buddhisti e parsi sono tutti insieme, senza neppure pensare a quale religione appartiene l’altro. Svedesi e tedeschi, francesi e italiani, cinesi e giapponesi, inglesi e americani, tutte le nazionalità. E nessuno ci bada, non ci pensano per nulla. Questa potrebbe essere l’unica comune della terra, una fratellanza reale. E il motivo non è che io insegno a essere fratelli, a essere tolleranti… Ricorda, quelli che imparano a essere tolleranti restano intolleranti. Il termine stesso ‘tolleranza’ è orribile. Nel momento in cui dici: “Posso tollerare gli altri,” ti riveli intollerante. Puoi aver represso la tua intolleranza, ma è pur sempre intolleranza. Tollerare gli altri significa essere intolleranti – cos’altro può voler dire? Qui nessuno tollera qualcuno. Le persone hanno semplicemente dimenticato le differenze, perché stiamo andando oltre la mente. Se rimanete nella mente, siete diversi. Se uscite dalla mente, siete un’unità. La meditazione crea un tipo di unità che non è sintesi. Non mi interessa creare una sintesi tra induismo e cristianesimo, tra cristianesimo e islam, tra islam e buddhismo. Sono tutte sciocchezze. Il mio obiettivo è totalmente diverso: sto cercando di condurti oltre la mente. Quando il cristiano esce dalla sua struttura mentale, non è più un cristiano, e quando un indù esce dalla sua non è più un indù. Non è una sintesi, è un superamento della mente. La mente crea tutte le differenze. Mi chiedi: “Perché le persone hanno mentalità così diverse?”. Sono state educate, sono state condizionate in modo diverso. Non possono pensarla tutti allo stesso modo, è impossibile! Non possono interpretare tutto allo stesso modo. Un ebreo può leggere il Nuovo Testamento, ma non sarà lo stesso libro – sebbene esternamente sia lo stesso – non sarà lo stesso libro che leggono i cristiani, perché per gli ebrei Gesù è un rinnegato, Gesù ha tradito il giudaismo. E questo è radicato molto in profondità. Il cristiano che legge il Nuovo Testamento non lo legge considerandolo un libro qualsiasi – è il più sacro dei libri sacri. Gesù è l’unigenito figlio di dio.

Quando un indù legge lo stesso libro, lo legge con indifferenza, non gli interessa più di tanto. Lo paragona alle Upanishad e alla Gita, e lo trova molto scarno. Non che sia scarno – lui però legge la Gita in modo diverso. Questa è il canto di un dio e quello è solo del figlio di un falegname, Gesù – come può essere paragonato a Krishna?…

È inevitabile che le persone abbiano mentalità diverse, perché vengono educate in maniera diversa, con religioni diverse, da preti diversi, scuole diverse, università diverse. Vengono nutrite con idee e ideologie diverse – è inevitabile che la pensino diversamente. E non c’è modo per farle pensare allo stesso modo – è impossibile. L’unico modo possibile è portarle oltre la mente. Allora usciranno dal loro condizionamento. E all’improvviso ci sarà unità, vedranno con occhi puliti, non contaminati da cultura e tradizione; vedranno le cose come realmente sono, non come vogliono fargliele vedere. Diventeranno uno specchio puro. La mente non potrà mai creare un mondo unito: solo la meditazione può farlo. Le persone sono piene di concetti, filosofie di vita, modi di guardare le cose diversi. È inevitabile che la pensino diversamente. Il modo di pensare ti rende diverso dagli altri, ti separa dagli altri; pensare è una funzione dell’ego. In assenza di pensiero, improvvisamente, tutte le diversità evaporano. Questo è il mio insegnamento, questo è in sintesi il messaggio di Buddha: diventa una non-mente. Diventa consapevolezza pura, un cielo vuoto senza nuvole né pensieri. Allora chi sei tu? Indù, musulmano, cristiano? Indiano, giapponese, tedesco? Nero, bianco? Uomo, donna? Chi sei? Giovane, vecchio? Ricco, povero? Famoso, famigerato? Chi sei? Tutte queste differenze scompaiono. Tu sei un silenzio puro. Quel silenzio è il sé supremo. Realizzarlo significa giungere al nirvana. Realizzarlo significa divenire disponibili alla beatitudine, alle benedizioni divine. Medita sempre di più in modo da poter svanire e lasciare spazio al divino. Nel momento in cui tu non ci sei, c’è dio – e dio è uno, mentre voi siete tanti. Siete tanti non solo fuori, ma anche dentro. E quando tu svanisci, la moltitudine svanisce con te, dentro e fuori. Sono tutte onde dello stesso oceano. Conoscere l’oceano nascosto dietro tutte le onde, con le loro forme, colori, strutture, significa conoscere la verità. E la verità libera: aes dhammo sanatano – questa è la legge suprema e perenne: la verità libera.

 

Tratto da: Osho, The Dhammapada vol.4

 

 

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Tu diventi originale solo quando trascendi la mente. Quando la mente viene abbandonata, e la consapevolezza si trova faccia a faccia direttamente con l’esistenza, con immediatezza, in contatto con l’esistenza momento per momento, tu diventi originale. Allora, per la prima volta, sei autenticamente te stesso. Prima avevi solo idee prese a prestito. Potevi citare le scritture, potevi sapere a memoria i Veda, il Corano, la Gita, la Bibbia, non fa alcuna differenza – non sono cose tue. E un sapere che non sia realmente tuo è pericoloso, più pericoloso dell’ignoranza, perché è un’ignoranza nascosta, e non riesci a vedere che ti stai ingannando da solo. Vai in giro con denaro falso pensando di essere ricco, ti porti dietro diamanti falsi pensando che siano dei kohinoor. Prima o poi la tua povertà sarà rivelata. E allora sarai shoccato. Questo accade sempre quando muori, quando la morte si sta avvicinando. Con lo shock della morte, all’improvviso diventi consapevole di non avere nulla – perché solo ciò che hai guadagnato in essere ti appartiene realmente. Hai accumulato frammenti di sapere raccolti qui e là, puoi essere diventato una grande enciclopedia, ma il punto non è quello; e in particolare per quelli che sono alla ricerca della verità, si tratta di una barriera, non di un aiuto. Il sapere deve essere trasceso. Quando non c’è alcun sapere, è possibile conoscere, perché il conoscere è la tua qualità, la qualità della consapevolezza. È come uno specchio: lo specchio riflette la verità che ti sta sempre di fronte, esattamente davanti alla punta del naso. Ma la mente si mette in mezzo, e la mente continua a chiacchierare. La verità è lì di fronte a te e la mente continua a chiacchierare. Tu segui la mente, e manchi il punto. La mente è una grande corruttrice. Primo: ogni sapere è falso, renditene conto. Ti basta questa comprensione per lasciarlo perdere. E non devi fare nulla. Ti basta comprendere che tutto quello che sai lo hai sentito dire, non lo hai conosciuto direttamente. Ne hai letto, non è una tua realizzazione, è un condizionamento mentale. Ti è stato insegnato, non lo hai imparato da solo. La verità può essere imparata, ma non insegnata. Imparare significa rispondere a tutto ciò che ti circonda, rispondere alla realtà. Questo è un grande apprendimento, ma non è conoscenza. Non esiste modo per trovare la verità, se non il trovarla in prima persona. Non esistono scorciatoie. Non puoi prenderla in prestito, non puoi rubarla, non puoi fingere di averla. Non esistono modi, finché non rimani privo di mente – perché la mente vacilla, è sempre agitata, non è mai ferma, è in movimento. La mente è come una brezza che si muove continuamente, e fa vacillare la fiamma. Quando la mente non c’è, non c’è più corrente d’aria, e la fiamma si ferma. Quando la tua consapevolezza è una fiamma immobile, tu conosci la verità. Devi imparare a non seguire la mente. Nessuno può darti la verità, nessuno. Neppure Buddha, né Gesù, né Krishna – nessuno te la può dare. Ed è bello che nessuno possa dartela, altrimenti sarebbe una merce. Se potesse essere data, potrebbe essere venduta. Se potesse essere data, potrebbe essere anche rubata. Se potesse essere data potresti prenderla in prestito da un amico. È bello che la verità non sia trasferibile in alcun modo. Finché non ti realizzi, non potrai realizzarla. Finché non diventi la verità, non puoi possederla. In realtà non è qualcosa che puoi avere, non è una merce, una cosa, un pensiero. Puoi essere la verità, ma non puoi possederla. Nel mondo, in questo mondo, puoi avere di tutto – tutto può diventare una tua proprietà. La verità non può mai essere posseduta, perché ci sono solo due realtà che possono esserlo: i pensieri e le cose. Le cose possono essere possedute, i pensieri possono essere posseduti – la verità non è nessuno dei due. La verità è essere. Lo puoi diventare, ma non puoi possederla: non puoi metterla in cassaforte, non puoi metterla in un libro, non puoi tenerla in mano. Quando ce l’hai, tu stesso sei la verità. Diventi la verità. Non è un concetto, è l’essere in sé. Inoltre ricorda che è umano far credere di possedere qualcosa che in realtà non si ha. Se ce l’hai, non cerchi di farlo vedere, non ha senso. Se non ce l’hai cerchi di farlo vedere, come se lo possedessi. Quindi ricorda, qualsiasi cosa tu voglia mostrare alle persone, si tratta di qualcosa che non hai.

 

Tratto da: Osho, And the Flowers Showered #2